
Articolo di Annamaria Niccoli
Leonarda Ciaculli, la “saponificatrice di Correggio”, nacque a Montella in provincia di Avellino nel 1894, morì a Pozzuoli nel 1970. Leonarda nasce da Mariano Ciaculli, pastore di bestiame e da Serafina Marano. Leonarda è la sesta di 6 figli. La donna scrive un ampio memoriale “Confessioni di un’anima amareggiata“; un memoriale di oltre 700 pagine, di cui si nutriscono dei dubbi, poichè la donna aveva frequentato le elementari fino alla terza elementare. Non avendone alcuni rincontri, dobbiamo fonda sulle sue confessioni, delle quali la donna tentò più volte il suicidio, durante la prigionia carceraria a Reggio Emilia. Leonarda si sposò nel 1917 con Raffaele Pansardi in aperto scontro con la famiglia. Nel 1930 la famiglia, dopo l’aver perso tutto nel terremoto del Vulture del 1930, si trasferisce a Correggio in provincia di Reggio Emilia. Già prima di affrontare la trasferta nella cittadina emiliana la donna mostrava di avere un terribile personaggio. Venne condannata per truffa, furto a mano armata. A Reggio Emilia la donna tentò di ricostruire la sua vita, intraprendendo un commercio di abbigliamento e mobili. Ed proprio nel corso di questo periodo la donna diede visibili segni di instabilità mentale. La donna crede che la madre le abbia lanciato il malocchio. La donna scrive di essere stata generata in seguito di un stupro, e in questo si rivaluta la madre e la odia, non lo è non lo è, la donna è la sesta di 6 figli inizia la frequenza di fattucchiere. Effettivamente la Ciaculli avrà 13 gravidanze, di cui 3 aborti spontanei e 10 moriranno neonati. Finalmente dopo tutte queste tragedie riuscirà ad avere quattro figli vivi che arriveranno in età adula. Nel 1939 scoppia il secondo conflitto mondiale e per la donna e nuovamente tragedia, perché il primo figlio maschio, Giuseppe, potrebbe partire in guerra. La sua instabilità mentale si trasforma in poco tempo in lucida follia. Si convince che facendo sacrifici umani avrà la vita del figlio maschio salva. Leonarda tra il 1939 e il 1941 uccide 3 donne, di cui le farà a pezzi, li per abolire per ore facendo il trasformare in saponette; le ossa rimasta lì durerà Elena sconterà nei suoi dolci, che a dire di molti erano buonissimi. Inizialmente le donne scomparse non verranno cercato da nessuno perché la Ciaculli ha saputo, Anzi ha pianificato tutto, come lo spedire le cartoline da vari luoghi d’Italia con firma delle vittime. Solo dopo la denuncia di scomparsa dei familiari della terza vittima i carabinieri inizieranno a indagare. Per gli omicidi e distruzione di cadavere di Ermelinda Faustina setti, Francesca Clementina soavi, Virginia Cacioppo la Ciaculli verrà condannata all’ergastolo da aggiungere i primi 5 anni di detenzione devono essere trascorsi nel manicomio giudiziario di Aversa, che da lì la donna non ne uscirà più. Morirà il 5 ottobre 1970 nel manicomio di Pozzuoli e verrà sepolta in una tomba per i poveri. Una suora dal carcere e ricorda che la Ciaculli in carcere spesso preparava dei buonissimi dolci che però nessuna delle detenute si azzardava a mangiarne. Nel 1977 il cinema si interessò di questo gravissimo fatto di cronaca dell’italiano primo dopoguerra, con l’uscita del film “Gran bollito” diretto da Mauro Bolognini.
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