
Articolo di Annamaria Niccoli
Articolo del 25 mar 2024
L’episodio è datato 10 febbraio scorso ed è stata la vittima ad essere arrestata da tutti i cittadini del Nord Africa.
Il 43enne è morto per soffocamento e non per dosi eccessive di sostanze stupefacenti, come si era ipotizzato in un primo momento.
La morte di un 43enne a Salassa (Torino) non è stata causata da un’overdose di stupefacenti, come inizialmente ipotizzato, ma da soffocamento durante un esorcismo eseguito con riti islamici.
Le indagini dei carabinieri di Ivrea hanno portato all’arresto dell’ex marito, del fratello e dello zio della vittima. La vittima è stata tenuta agli arresti domiciliari mentre i familiari maschi sono stati incarcerati. Le indagini condotte dagli agenti della Stazione dei Carabinieri hanno rivelato che la vittima aveva assistito ad almeno due rituali di esorcismo basati su riti islamici nel mese precedente, poiché i suoi familiari credevano che fosse posseduto da demoni. Inoltre, queste indagini si sono rivelate essenziali per screditare la prima dichiarazione resa da tre cittadini stranieri che avevano cercato di infangare le indagini. Ulteriori prove sono emerse dall’esito dell’autopsia: il 43enne era morto per asfissia e non per overdose.
L’autopsia, commissionata dalla Procura di Ivrea ed eseguita dagli esperti di medicina legale Mario Apostol e Andrea Vantu, ha infine concluso che la causa del decesso non era legata all’abuso di sostanze. Al momento dell’accertamento, la vittima aveva assunto cocaina; tuttavia, era legato a polsi e caviglie e aveva un oggetto morbido, presumibilmente un cuscino, che gli copriva il volto, causandone la morte. Le indagini condotte dai carabinieri in coordinamento con il Nucleo Operativo della Compagnia Carabinieri di Ivrea hanno contribuito a ricostruire la dinamica familiare. I rituali esorcistici furono richiesti dopo una perizia psichiatrica effettuata nell’ottobre 2022, quando la vittima aveva dichiarato di aver visto immagini distorte della moglie e dei figli e di aver ritenuto necessari interventi fisici per “scacciare il diavolo”. I carabinieri erano intervenuti dopo lo scoppio della violenza.
È molto probabile che il nonno della vittima avesse eseguito rituali almeno una volta, costringendo la vittima a rivolgersi a un medico per dolore e lesioni. Eppure, la notte del 10 febbraio, un evento si rivelò inaspettato per lo zio, chiamato a svolgere una missione di soccorso presso la comunità musulmana di Cuorgnè. Dopo la conferma dell’arresto degli indagati, per due di loro fu disposta la custodia cautelare in carcere e per la donna fu applicata la misura cautelare degli arresti domiciliari.
È importante sottolineare che la procedura esorcistica, indipendentemente dal sistema religioso utilizzato, comporta gravi rischi per la sicurezza e il benessere dei partecipanti. Un esempio lampante è stato il tragico caso di una donna morta per asfissia a seguito di un esorcismo eseguito nel rispetto delle tradizioni islamiche.
Le azioni e le preoccupazioni espresse in merito a questo caso dimostrano la determinazione delle autorità a indagare su attività religiose estreme e non regolamentate che potrebbero mettere a repentaglio la sicurezza individuale.
È importante che la comunità religiosa nel suo complesso e la società nel suo complesso analizzino criticamente le credenze e le attività che potenzialmente mettono a repentaglio la sicurezza e il benessere degli esseri umani. Sottolineare un orientamento alla comprensione e al rispetto, così come impegnarsi a favore dei diritti individuali, è di grande importanza in qualsiasi contesto religioso o culturale.
Lascia un commento