
Photo: Ismail Abu Hatab
Articolo di Annamaria Niccoli
Gli internet café di Gaza spesso vengono attaccati durante i conflitti. Le forze militari israeliane hanno condotto un attacco aereo che ha ucciso almeno 24 persone in un internet café di Gaza City, oltre a un numero imprecisato di ulteriori feriti, segnalati dalla difesa civile palestinese. Un ulteriore attacco aereo ha causato la morte di 34 persone in un internet café sulla costa, tra cui giornalisti, artisti e civili. Nonostante i gravi rischi connessi, alcuni giovani palestinesi continuano a gestire questi centri per fornire servizi vitali alla comunità. L’esercito israeliano ha dichiarato l’apertura di un’indagine sull’attacco al internet café sulla costa, sostenendo che il raid mirava a colpire “agenti di gruppi terroristici”; tuttavia, continuano ad emergere descrizioni di attacchi indiscriminati contro la popolazione civile. Questi centri, visitati soprattutto da numerosi giornalisti palestinesi che necessitano di accesso a Internet, rappresentano sia uno strumento essenziale per il flusso internazionale di informazioni sul conflitto israelo-palestinese.
Le operazioni militari a Gaza sono state caratterizzate da un’elevata intensità, con l’Ufficio Stampa del governo di Gaza e altri organismi internazionali che riferiscono che il numero di giornalisti uccisi è ora di 230 dall’inizio del conflitto.
L’ultimo attacco israeliano a un internet café a Gaza ha causato almeno 39 morti, tra cui artisti, giornalisti, donne e bambini.
Tra le vittime figura il photoreporter Ismail Abu Hatab, autore di diverse pubblicazioni e di mostre fotografiche organizzate in tutto il mondo che hanno immortalato la dura realtà della Striscia di Gaza. L’uccisione di civili non si ferma, con oltre 80 persone uccise in un solo giorno e una situazione umanitaria sempre più critica.
Il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu dovrebbe incontrarsi alla Casa Bianca il 7 luglio 2025; l’incontro potrebbe discutere della gestione della guerra in corso e dei conflitti regionali, in particolare quelli che coinvolgono l’Iran.
Riconoscendo i pericoli a cui sono esposti i giornalisti, in particolar modo nelle aree di conflitto, che possono essere uccisi o incarcerati a causa dell’instabilità politica della regione, è chiaro che attacchi, molestie e detenzioni ingiustificate sono minacce comuni. I giornalisti si trovano spesso ad affrontare notevoli difficoltà dovute alle limitazioni che limitano il loro accesso alle aree di conflitto e alle informazioni rilevanti, indebolendo di conseguenza la loro capacità di fornire resoconti oggettivi. Nei paesi devastati da conflitti, le normative sui media sono sempre più caratterizzate da ostilità, che porta all’imposizione di censura e all’istituzione di ostacoli legali che ne ostacolano l’indipendenza operativa. Le strutture mediatiche vengono regolarmente smantellate e le attrezzature sequestrate, rendendo così complessa la pratica del giornalismo. Esiste sempre la minaccia di violenza e intimidazione contro i giornalisti, con immense conseguenze psicologiche. Purtroppo, le frequenti richieste di sicurezza e supporto istituzionale in ambienti ostili spesso si traducono in una protezione inefficace. Questi ambienti riflettono le situazioni precarie affrontate dal personale dei media nelle aree di conflitto, che di solito non sono pienamente comprese dalla popolazione generale.
Sorgente:
https://www.avvenire.it/mondo/pagine/gaza-strage-a-internet-caffe
https://www.swissinfo.ch/ita/mo:-39-morti-in-raid-su-internet-cafè-di-gaza/89609595
https://www.internazionale.it/ultime-notizie/2025/07/01/bombardamento-israeliano-internet-cafe-gaza
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