
Articolo di Annamaria Niccoli
Art. del 4 novembre 2023
Roma, 14 maggio 1993. Una data scolpita nella memoria della lotta alla mafia italiana. Quel giorno, in Via Fauro, nel cuore di Roma, un’autobomba imbottita di esplosivo detonò con inaudita violenza. L’obiettivo: il giornalista Maurizio Costanzo, sua moglie Maria De Filippi e il loro autista. Un attentato fallito, ma che ancora oggi riecheggia come uno dei capitoli più cupi e drammatici della stagione stragista della mafia siciliana.
Un bersaglio eccellente
Gli anni ’90 videro la mafia di Totò Riina scatenare una vera e propria guerra allo Stato, colpendo non solo magistrati e forze dell’ordine, ma anche figure della società civile che osavano sfidare il suo potere. L’obiettivo era seminare il terrore e costringere lo Stato a una trattativa, come emerso dalle successive indagini sulla cosiddetta “trattativa Stato-mafia”.
Per comprendere la ferocia con cui la mafia tentò di eliminare Maurizio Costanzo, è fondamentale tornare a un evento televisivo senza precedenti, che ne aveva fatto un bersaglio eccellente. Il 26 settembre 1991, a meno di un mese dall’efferato omicidio dell’imprenditore siciliano Libero Grassi, ucciso a Palermo per essersi rifiutato di pagare il pizzo. Maurizio Costanzo e Michele Santoro unirono le forze in una storica maratona televisiva a reti unificate. Il “Maurizio Costanzo Show” su Canale 5 e “Samarcanda” su Rai 3 andarono in onda in contemporanea per un’unica, lunga diretta dedicata interamente alla lotta contro la mafia.
Fu un momento di rottura nella televisione italiana. In uno studio gremito Costanzo e Santoro crearono un ponte tra il Nord e il Sud del Paese, tra l’opinione pubblica e le storie di chi combatteva la criminalità organizzata. Tra gli ospiti di quella serata memorabile c’erano figure chiave della lotta antimafia: il giudice Giovanni Falcone, amico personale di Costanzo, la cui partecipazione era di per sé un atto di coraggio e un messaggio potentissimo; Claudio Fava, giornalista e scrittore da sempre impegnato sul fronte antimafia; Rita Dalla Chiesa, figlia del Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, e il magistrato Pietro Grasso, futuro Procuratore Nazionale Antimafia.
Il culmine simbolico della trasmissione, quello che probabilmente sigillò la condanna a morte di Costanzo agli occhi della mafia, fu un gesto inequivocabile. In diretta nazionale, venne bruciata una maglietta con la scritta “Mafia Made in Italy”. Un atto forte, un rifiuto viscerale e collettivo di un marchio di infamia che la criminalità tentava di imporre al Paese. Quell’immagine, con le fiamme che consumavano il tessuto, divenne un simbolo potentissimo di ribellione e denuncia, un monito lanciato in ogni casa italiana contro il “non toccare certi temi”. In questo scenario, Maurizio Costanzo era diventato un bersaglio inevitabile.
Un errore che salvò tre vite
L’attentato di Via Fauro fu un disegno criminoso più ampio. Già nel febbraio 1992, un commando mafioso, composto da nomi tristemente noti come Giuseppe Graviano, Matteo Messina Denaro, Vincenzo Sinacori, Lorenzo Tinnirello, Cristofaro Cannella e Francesco Geraci, era stato inviato a Roma con l’intento di colpire obiettivi istituzionali come Paolo Borsellino o Claudio Martelli. Armi ed esplosivi, trasportati da Giovanbattista Coniglio, erano stati nascosti a casa di Antonio Scarano, uno spacciatore calabrese con legami con Messina Denaro. Quella prima missione non venne eseguita per ordine di Riina.
Il 13 maggio 1993, il piano venne riattivato il giorno seguente, alle ore 21:35 circa, l’ordigno fu azionato. Una Fiat Uno, imbottita con un enorme quantitativo di esplosivo, 70 kg di esplosivo, era stata parcheggiata in Via Fauro, proprio sul tragitto abituale di Costanzo per il rientro dal Teatro Parioli.
Il conduttore, quella sera, non usò la sua Alfa Romeo 164. Quella sostituzione gli salvò la vita, una Mercedes blu blindata. A bordo vi erano, il giornalista, Maria De Filippi e l’autista Stefano Degni, e un cane pastore. L’esplosione doveva succedere nel momento preciso del passaggio dell’auto. Un provvidenziale e cruciale errore di calcolo di Salvatore Benigno, o lo scambio di auto provocò incertezza nelll’esecutore ad azionare il telecomando, questo salvò le loro vite. Benigno pigiò il pulsante con un istante di ritardo,
la deflagrazione fu violenta. L’onda d’urto investì in pieno la Lancia Thema blindata che seguiva la Mercedes, con a bordo le due guardie del corpo di Costanzo: Fabio De Palo e Aldo Re. De Palo riportò gravi ferite, mentre Re subì un forte shock. Complessivamente 24 persone rimasero ferite.
Le conseguenze dell’attentato
Il fallimento dell’attentato di Via Fauro non spense la minaccia mafiosa su Maurizio Costanzo. L’episodio segnò l’inizio di un lungo periodo di vita sotto scorta e di rigorose misure di sicurezza per lui e la sua famiglia. L’attentato, insieme alle stragi di Capaci e Via D’Amelio nel 1992, e quelle di Firenze, Milano e le altre di Roma del 1993, tracciò un periodo di violenza senza precedenti nella storia repubblicana.
I mandanti e gli esecutori dell’attentato di Via Fauro sono stati identificati e condannati nell’ambito dei processi sulla strategia stragista di Cosa Nostra. Tra i principali artefici, oltre a Salvatore Riina come mandante supremo, figurano nomi come Giuseppe Graviano e Matteo Messina Denaro tra i capi, con la collaborazione di Vincenzo Sinacori, Lorenzo Tinnirello, Cristofaro Cannella, Francesco Geraci per l’organizzazione logistica. Il trasporto degli esplosivi e delle armi fu curato da Giovanbattista Coniglio, mentre Antonio Scarano fornì la base logistica e Salvatore Benigno fu l’uomo al telecomando.
Oggi, l’attentato di Via Fauro rimane un simbolo della ferocia mafiosa e, al contempo, della forza di chi, come Maurizio Costanzo, ha scelto di non piegarsi alla violenza e di utilizzare la propria voce per la giustizia. Un monito perenne sull’importanza della vigilanza e dell’impegno costante nella lotta contro ogni forma di criminalità organizzata.
Indagini successive hanno rivelato che i latitanti Matteo Messina Denaro e Giuseppe Graviano si recarono a Roma nell’inverno del 1992, su ordine di Totò Riina, per pianificare un attentato al giornalista. Furono visti accomodarsi tra il pubblico del Teatro Parioli, dove andava in onda il “Maurizio Costanzo Show”, proprio con l’obiettivo di studiare le abitudini e i movimenti di Costanzo. Questo primo progetto di attentato venne annullato in quella circostanza, per ragioni che non sono state del tutto chiarite, ma che potrebbero essere legate a difficoltà logistiche o a cambiamenti nei piani di Cosa Nostra.
Inoltre, lo stesso giorno dell’attentato, il 14 maggio 1993, l’esplosione dell’autobomba non ebbe gli effetti desiderati da Cosa Nostra. Secondo le risultanze processuali, l’attentato fu “fallito” nel senso che Costanzo e Maria De Filippi, che viaggiavano con lui, si salvarono per un soffio. Si è parlato di un guasto al congegno di innesco o di un pulsante premuto in ritardo da uno degli esecutori, Salvatore Benigno, che avrebbe perso alcuni secondi per capire se l’auto che stava sopraggiungendo fosse effettivamente quella di Costanzo. L’auto del giornalista era infatti una Mercedes, mentre gli attentatori si aspettavano un’Alfa 164. Il ritardo permise all’auto di Costanzo di superare il punto esatto in cui l’esplosione avrebbe avuto effetti devastanti, e un muro di recinzione della scuola vicina fece da scudo, attutendo ulteriormente l’impatto.
Quindi, non solo l’attentato fu pianificato precedentemente e poi rimandato, ma anche l’esecuzione finale del 14 maggio 1993 fu, per una serie di circostanze fortunate per Costanzo e sfortunate per gli attentatori, un tentativo “fallito” nel suo obiettivo primario di uccidere il giornalista.
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Note:
1.https://electomagazine.it/maurizio-costanzo-tra-gelli-e-lotta-alla-mafia/
2.https://www.raiplay.it/video/2017/05/Maurizio-Costanzo-e-le-stragi-del-1993-10d14da0-5dcb-4737-aa74-9df658566474.html
3.https://www.gazzetta.it/attualita/24-02-2023/maurizio-costanzo-e-la-lotta-la-mafia-e-l-attentato-del-1993.shtml·(2023-02-25)
4.https://www.ulisseonline.it/controluce/maurizio-costanzo-e-il-suo-impegno-contro-la-mafia/·(2024-02-24)
5.https://www.corriere.it/spettacoli/cards/maurizio-costanzo-anno-fa-moriva-re-salotto-tv/lotta-mafia.shtml·(2024-02-24)
6.https://www.raiplay.it/dl/RaiTV/programmi/liste/ContentSet-8ad905aa-5493-4383-8e8e-16a6d1007595-V-2.html
7.https://www.ultimavoce.it/maurizio-costanzo-contro-la-mafia/·(2023-02-25)
8.https://roma.corriere.it/notizie/cronaca/23_febbraio_24/attentato-via-fauro-maurizio-costanzo-1993-salvo-pulsante-premuto-in-ritardo-f37002e2-7a77-4a5f-86b3-b14f6b960xlk.shtml·(2023-02-24)
9.https://www.archivioantimafia.org/sentenze2/stragi/1993/stragi_1993_secondo_grado.pdf
10.https://direzioneinvestigativaantimafia.interno.gov.it/pannello02/
11.https://www.teche.rai.it/2023/05/1993-lanno-delle-bombe/·(2023-05-12)
12.https://tg24.sky.it/cronaca/2023/02/24/maurizio-costanzo-attentato-1993·(2023-02-24)
13.https://legislature.camera.it/_dati/leg11/lavori/stenografici/AllegatoB/74361.pdf
14.https://www.ilpost.it/2023/02/24/attentato-maurizio-costanzo/·(2023-02-24)
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