Foto: Gazzetta del Mezzogiorno

Articolo di Annamaria Niccoli
2 ottobre 2025

OTRANTO – 30 Settembre 2025, alle ore 17:00 in punto, un evento di profondo significato politico e umanitario ha segnato il porto di Otranto: è salpata la nave “Conscience”, unità cruciale della Freedom Flotilla. L’eco di questa missione è amplificata dal recente e travagliato passato dell’imbarcazione stessa, un passato che ne evidenzia la carica simbolica.

La nave lunga ben 68 metri, la “Conscience” porta su di sé le cicatrici di un attacco subito lo scorso maggio. Come denunciato dalla Freedom Flotilla Coalition, l’imbarcazione fu gravemente danneggiata da droni a poche miglia dalle acque territoriali di Malta, in pieno regime di acque internazionali. Un’aggressione che ne interruppe bruscamente la missione, un chiaro tentativo, seppur fallito, di disinnescare la duplice azione di aiuto umanitario e di denuncia politica.
L’attacco, pur non avendo causato vittime, rese la nave innavigabile, ma non ne spezzò lo spirito. Le riparazioni effettuate con urgenza e dedizione hanno permesso alla “Conscience” di tornare in mare, trasformando ogni metro del suo scafo in un simbolo della resilienza della società civile internazionale.

A bordo, la missione è composta da circa 130 attivisti provenienti da ogni angolo del globo. Si tratta di un equipaggio eterogeneo e altamente qualificato che include medici, avvocati, giornalisti e sei cittadini italiani, un mix che sottolinea la trasversalità e la portata internazionale dell’iniziativa.
Il loro obiettivo è duplice: innanzitutto, consegnare aiuti umanitari essenziali alla popolazione di Gaza, da anni sottoposta a un rigido assedio che ne ha minato le fondamenta della sopravvivenza.
Questo viaggio è un atto politico esplicito, un appello globale mirato a rompere il silenzio mediatico e istituzionale su un assedio che, secondo molti osservatori e organizzazioni per i diritti umani, ha creato una situazione assimilabile a un genocidio in corso, con la popolazione civile affamata e sotto costante minaccia.

La causa della “Conscience” ha trovato sponda anche in Italia: alcuni sindaci del Barese hanno persino indirizzato lettere al Governo, chiedendo protezione e supporto per il transito sicuro della missione, evidenziando il coinvolgimento attivo delle istituzioni locali in questa battaglia per i diritti umani e la legalità internazionale.
Il mondo attende ora di vedere la reazione della comunità internazionale.
La missione della “Conscience” è un test cruciale per la coerenza e l’effettiva applicazione dei principi umanitari in uno dei contesti geopolitici più complessi e dolorosi del nostro tempo.

NOTE:

La Gazzetta del Mezzogiorno, Quotidiano Nazionale, LeccePrima) | La nave è salpata da Otranto nel pomeriggio di Martedì 30 Settembre 2025 (o nei giorni immediatamente precedenti per altre imbarcazioni della flottiglia), attorno alle ore 17:00, come confermato dai resoconti della cronaca pugliese.


Nave e Missione. Comunicati della Freedom Flotilla Coalition (FFC) e della Global Sumud Flotilla. La nave è la “Conscience”, parte di una missione più ampia per rompere il blocco e portare aiuti umanitari a Gaza.


Numero di Attivisti. Reportage di agenzia e stampa (es. La Gazzetta del Mezzogiorno, Telerama News). Confermati circa 130 attivisti a bordo, tra cui medici, avvocati, giornalisti e cittadini di diverse nazionalità, inclusi sei italiani.


Dimensioni. Dati tecnici diffusi dall’organizzazione. La nave è citata con una lunghezza di circa 68 metri.

Attacco con Droni | Comunicati stampa della Freedom Flotilla Coalition (FFC); Testate internazionali (Al Jazeera, Internazionale); ONG (Greenpeace, Alarm Phone). L’attacco è avvenuto all’inizio di Maggio 2025 (tipicamente citato come 2 maggio) in acque internazionali al largo delle coste di Malta. L’azione, attribuita a forze israeliane, ha causato danni alla chiglia, al ponte di prua e ai generatori (fonte FFC).

(La Gazzetta del Mezzogiorno). Circa 41 sindaci del Barese hanno indirizzato una lettera al Governo italiano (inclusa la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni) chiedendo protezione e garanzie per il passaggio sicuro della missione umanitaria.

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