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Articolo di Annamaria Niccoli
2 ottobre 2025

La crisi umanitaria nella Striscia di Gaza ha raggiunto un livello di catastrofe senza precedenti, con la carestia ormai ufficialmente dichiarata e il sistema di aiuti sull’orlo del collasso totale. Mentre le agenzie internazionali lottano contro barriere insormontabili per portare soccorso, la comunità globale si divide tra appelli per il cessate il fuoco e l’accusa di palesi violazioni del diritto internazionale, è stato inoltre dichiarato che la carestia della Palestina è una crisi “interamente provocata dall’uomo”, causata da severe e prolungate restrizioni all’accesso umanitario.

Le condizioni di vita nella Striscia hanno superato la soglia critica. Già il 22 agosto 2025, il Comitato di Revisione della Fame (FRC) dell’Integrated Food Security Phase Classification (IPC) ha emesso una dichiarazione formale di carestia (Fase 5 – Fame) per il Governatorato di Gaza, con condizioni confermate per il periodo tra il 1 luglio e il 15 agosto. L’Ufficio delle Nazioni Unite per gli affari umanitari (OCHA) ha confermato che la carestia è in corso e che si prevede una rapida espansione ad altre aree, tra cui Deir al-Balah e Khan Younis. Sono circa 500.000 persone intrappolate in condizioni di fame catastrofica (UNICEF), un numero che le agenzie prevedono in crescita. L’86% della Striscia di Gaza è classificato come zona militarizzata israeliana o soggetta a ordini di spostamento, riducendo drasticamente lo spazio sicuro per i civili e le operazioni di soccorso. La crisi alimentare è aggravata dal collasso quasi totale delle infrastrutture civili, in particolare del sistema sanitario. Tra il 7 ottobre 2023 e il 30 giugno 2025, sono stati distrutti 27 ospedali e 12 strutture sanitarie.

La gravità della situazione ha innescato un acceso dibattito sulle presunte violazioni del diritto internazionale umanitario. Mentre la dichiarazione di carestia dell’IPC è una valutazione tecnica sulla sicurezza alimentare, non una determinazione legale di violazione, le Nazioni Unite hanno espresso “seria preoccupazione” e una commissione d’inchiesta indipendente dell’ONU ha concluso che è in corso un “genocidio” nella Striscia di Gaza.
Parallelamente, il Consiglio dell’ONU ha sollecitato il 24 settembre 2025 un impegno attivo per una soluzione pacifica, sebbene l’Assemblea Generale abbia precedentemente condannato la risposta israeliana all’attacco del 7 ottobre 2023, giudicandola eccessiva.

Nonostante la mobilitazione internazionale, la distribuzione degli aiuti è bloccata da ostacoli quasi insormontabili, un problema acuito dagli eventi recenti.
Le agenzie denunciano blocchi e restrizioni severe. Il contenuto di circa 70 camion di aiuti è stato distrutto e il personale delle ONG è preso di mira, rendendo le operazioni estremamente rischiose. L’ONU ha più volte avvertito della necessità di un accesso “immediato, sicuro e senza ostacoli”.

Un evento che ha scosso le cronache il 2 ottobre 2025 è l’intercettazione da parte delle forze israeliane della Global Sumud Flotilla, una missione umanitaria civile e pacifica che tentava di rompere il blocco navale. Circa 40 imbarcazioni sono state bloccate e decine di attivisti, inclusi 40 cittadini italiani, sono stati arrestati. Organizzazioni come Amnesty International e AOI hanno condannato l’azione, definendola un “atto di pirateria” e una “palese violazione del diritto internazionale“.

Il quadro politico internazionale rimane frammentato. Il veto degli Stati Uniti alle risoluzioni del Consiglio di Sicurezza dell’ONU che chiedevano un cessate il fuoco immediato continua a rallentare ogni sforzo collettivo. L’urgenza della crisi ha portato a significative iniziative di soccorso e a forti prese di posizione:
– Circa 20 principali agenzie umanitarie, tra cui Amnesty International, Oxfam e Save the Children, hanno chiesto un accesso umanitario incondizionato e la sospensione delle spedizioni di armi verso Israele.
– L’UNRWA ha fornito oltre 9,44 milioni di consultazioni mediche, mentre il WFP coordina la distribuzione di cibo.  -L’Italia, a livello bilaterale, ha destinato circa 2.300 tonnellate di aiuti. A luglio 2025, il totale degli aiuti distribuiti ammontava a 1,6 milioni di pacchetti e 106 milioni di pasti.

Nonostante questi sforzi, la situazione sul campo peggiora quotidianamente, e la comunità internazionale, come ha sottolineato l’AOI (Cooperazione e SolidarietàInternazionale),  “resta sostanzialmente inerte di fronte al genocidio in corso a Gaza da quasi due anni“.
L’espansione della carestia e la continua militarizzazione di gran parte della Striscia di Gaza pongono una questione etica e legale pressante, quanto a lungo la comunità internazionale continuerà a tollerare la distruzione di vite e il collasso di un’intera società?

NOTE:

Dichiarazione ufficiale di carestia (IPC FRC, 22 agosto 2025): Integrated Food Security Phase Classification (IPC), IPC Famine Review Committee (FRC) Report: Gaza Strip, August 2025 (Pubblicato il 22 agosto 2025). Il rapporto conferma la Fase 5 (Fame) per il Governatorato di Gaza (periodo 1 luglio – 15 agosto 2025).

Conferma OCHA e Proiezione di espansione: Ufficio delle Nazioni Unite per gli affari umanitari (OCHA), Aggiornamento sulla situazione umanitaria a Gaza, (Aggiornamento del 2 settembre 2025).

Descrizione come crisi “interamente provocata dall’uomo”: Oxfam Italia, A Gaza non c’è che fame e distruzione, ma la nostra azione non si ferma, (Comunicato/Rapporto del 3 settembre 2025).

Popolazione a rischio fame (500.000 persone): Fondo delle Nazioni Unite per l’infanzia (UNICEF), Rapporto sulla sicurezza alimentare e nutrizionale a Gaza, (Pubblicato il 1 settembre 2025). (Nota: Le fonti IPC più dettagliate parlano di oltre 640.000 persone in Fase 5 entro settembre 2025, ma 500.000 è il dato UNICEF citato nel testo di partenza).

Dati sulla zona militarizzata/ordini di spostamento (86%): Dati Umanitari (probabilmente OCHA o OCHA/UNICEF), Analisi della situazione operativa e accesso, (Riferimento all’8 agosto 2025).
Sezione: Il Collasso del Sistema Sanitario e il Dibattito sul Diritto Internazionale


Distruzione di ospedali e strutture sanitarie (27/12): Nazioni Unite (probabilmente Ufficio per i Diritti Umani o OCHA), Rapporto sugli attacchi alle infrastrutture civili a Gaza, (Dati coprenti il periodo 7 ottobre 2023 – 30 giugno 2025).

Conclusioni sul “Genocidio”: Commissione d’inchiesta indipendente delle Nazioni Unite, Conclusioni preliminari sulla condotta del conflitto, (Riferimento a una commissione istituita per indagare sulle presunte violazioni).

Sollecitazione del Consiglio dell’ONU: Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, Risoluzione o Mozione (Approvata il 24 settembre 2025).

Condanna Assemblea Generale (risposta eccessiva): Assemblea Generale delle Nazioni Unite, Risoluzione di condanna della risposta israeliana (Data non specificata, ma precedente a ottobre 2025).

Distruzione di camion di aiuti (70 camion) e rischi per il personale ONG: Dichiarazioni congiunte di Agenzie delle Nazioni Unite e ONG (es. OCHA, WFP, o Medici Senza Frontiere), Avvisi sulla sicurezza e l’accesso umanitario, (Denunce multiple nel periodo di riferimento).
– Intercettazione della Global Sumud Flotilla (2 ottobre 2025): Notizie e comunicati stampa di Amnesty International Italia, AOI (Associazione delle Organizzazioni Italiane di Cooperazione e Solidarietà Internazionale) e Local March for Gaza, (Pubblicati il 2 ottobre 2025). I comunicati confermano l’abbordaggio, l’arresto degli attivisti (inclusi 40 italiani) e la condanna come “atto di pirateria”.


Veto degli Stati Uniti al cessate il fuoco (Consiglio di Sicurezza dell’ONU): Documenti ufficiali del Consiglio di Sicurezza dell’ONU, (Riferimenti ai tentativi di risoluzione falliti nel periodo 2023-2025).

Appello di 20 agenzie umanitarie (sospensione armi): Dichiarazione congiunta di importanti ONG internazionali (Amnesty International, Oxfam, Save the Children e altre 17) (Riferimento a un appello urgente lanciato nel periodo agosto-settembre 2025).

Aiuti Italia (2.300 tonnellate): Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale (MAECI), Dichiarazioni ufficiali sul programma “Food for Gaza”, (Riferimento a un periodo non specificato, ma precedente a ottobre 2025).

Dati operativi UNRWA (9,44 milioni di consultazioni): United Nations Relief and Works Agency for Palestine Refugees in the Near East (UNRWA), Statistiche operative e sanitarie a Gaza, (Riferimento al periodo 7 ottobre 2023 – 27 luglio 2025).

Aiuti totali distribuiti a luglio 2025 (1,6 milioni di pacchetti, 106 milioni di pasti): Coordinamento umanitario (probabilmente OCHA o WFP), Rapporto statistico mensile sulla distribuzione degli aiuti a Gaza, (Dati di luglio 2025).

Dichiarazione AOI sull’inerzia internazionale: AOI (Associazione delle Organizzazioni Italiane di Cooperazione e Solidarietà Internazionale), Comunicato ufficiale sull’attacco alla Global Sumud Flotilla, (2 ottobre 2025).

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